Nel Mio Giardino
Foglie di palme al vento odoroso di una Primavera neonata, scorgono dall'alto le fresie gialle, che fan capolino da una distesa di fresca erba, mista a specchi lucenti in miniatura.
Una coccinella vagabonda, gironzola solitaria, mentre gli uccellini nuotano nell'aria, fluttuando l'amore.
I pulcini sfoggiati da mamma Chioccia Ribelle; perchè fuggita dal pollaio per covare in santa pac, nel tronco dell'albero d'ulivo più grande che c'è nel mio giardino, spaccato in due dai duecento anni che lo hanno vissuto; multicolori pigolano, ignari dell'agguato teso ad hoc da Romeo il mio gatto, una tigre in miniatura, aqquattato da dieci minuti vicino al cespuglio di margherite viola, apertesi al sole di stamattina dove mamma chioccia insegna nell'ora della colazione il bon ton; sulla massa della legna, il gallo Napoleone annuncia la sua ennesima conquista; Emili la cagnolina allatta i quattro cuccioli sempre affamati nati da una settimana; l'autoclave infrange il canto del cardellino, posatosi sull'albero d'ulivo nano, posto all'ingresso del mio giardino.
E...
le rose...
ah le mie rose
fanciulle vestite a festa
per il primo ballo
in onore
del meraviglioso re...
Non aspettano altro che il mio respiro.
Una soltanto, un tempo rosa chiaro, quasi bianca a darmi il saluto col suo profumo antico, la prima in fila sul viale delle pagine del mio diario, ha il ricordo delle mie salate e amare lacrime che l'hanno costretta lì tutto l'inverno per dar coraggio ad esse disperate...
e delle mie gioie infinite, che ha cinto nei suoi petali per non farle fuggire.
Dai sassi bucati spuntano i fiorellini arancio, e le piante grasse, nate spontaneamente imprigionano la rugiada sulle spine, delicatamente.
I Cicas meravigliosi s'apprestano a donare il loro intimo sfoggio e l'uno difronte all'altra di verde smeraldo s'illuminano.
Il pietrisco bianco riflette i raggi d'un sole che si nasconde fra le nubi pesanti al venticello, la passerella di chianche antiche, ospita nei corridoi le mille formiche già indaffarate, e qualche lucertola s'affaccia dietro alle pile di pietra, scavate a mano da chissà chi.
Bruca l'erba Nenett la capretta, bianca come il latte che non ha mai prodotto.
Stella la cavalla batte lo zoccolo contro il palo del recinto, avviso che il fieno nella mangiatoia è finito, mentre sulla sua criniera è apparsa un'altra treccina:- Dicono di non scioglierle.
Il folletto potrebbe farla star male.
Al sole i panni che ho appena stesi mi regalano il profumo che la chimica ha rubato alla natura;mentre gli ulivi stranamente hanno ancora frutti lucidi e neri come gli occhi del mio amore e i limoni e gli aranci inondano d'essenza le mie narici.
Gli alberi alti di recinzione alti cinque metri e più osservano silenziosi, riparando la bellezza del mio giardino dal vento e da altro.
Anna Maria Ciaurro
06-04-2013
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Alzo gli occhi dalla tastiera e dalla zanzariera intavedo un passero che fa la passeggiata sul marciapiede davanti casa, ha una mollica di pane nel becco lasciata da Giovanni il mio nipotino di quattro anni, ieri sera; che con Giusy la sua sorellina ha giocato fino alle venti con la terra del mio giardino.